Sulla via
Altinate, quasi a mezzo cammino tra la storica Porta e la chiesa
di S.Sofia, sorgeva un tempo la chiesa dei santi apostoli Simone
e Giuda.
Si chiamava anche San Francesco Piccolo, con accanto un monastero
degli Umiliati. Nel 1574 i religiosi, detti "Chierici regolari
o Teatini", già in città di Padova dal 1530, fondati da San Gaetano
Thiene e Pietro Carafa (poi Papa Paolo IV), vennero in possesso
di tale chiesa; l’abbatterono e, su disegno dell’arch. Vincenzo
Scamozzi, costruirono il bellissimo tempio attuale, inaugurato
nel 1586 e consacrato dal vescovo di Urbino, mons. Antonio Zanozzi,
il 23 ottobre 1588.
Di forma ottagonale, con tre cappelle a guisa di estremità di
una croce, abbellito da 16 pilastri con paraste di ordine composito,
trae luce da 4 ampie finestre a lunetta.
Dalle nicchie si stagliano grandi statue di stucco bianco, creando
uno scenario veramente suggestivo. Nel presbiterio l’altare maggiore
è sormontato da una cupoletta con grazioso lucernaio.
Dietro l’altare, un finissimo coro ligneo in radica di ulivo,
per i teatini oranti; alcuni ritratti dei quali campeggiano dall’alto
delle pareti.
Nel Settecento, patrocinato dal teatino Raffaele Savonarola, ebbe
luogo un grandioso intervento barocco, che rivestì di marmo africano
i 16 pilastri, con cornici di marmo rosso. Le spese furono sostenute
rivendendo parte dei marmi, ricavati dall’abbattimento del vecchio
duomo padovano.
Il nuovo tempio,che prende nome da San Gaetano Thiene (grande
predicatore delle virtù evangeliche; morto a Napoli il 7 agosto
1547) si arricchì di opere d’arte sicuramente provenienti dalla
vecchia chiesa abbattuta dei santi apostoli Simone e Giuda, come
la splendida "Madonna e Bimbo", in pietra di Nanto, opera di uno
scultore ampiamente rappresentato nella basilica del Santo: Andrea
Briosco (1470-1532); ora a destra dell’altare maggiore.
La struttura architettonica del vasto ottagono, abbellita dalle
linee chiaroscurali di lesene e paraste, doviziosa di marmi e
di uno splendido soffitto, ben si presta alla celebrazione delle
assemblee del popolo di Dio, secondo i nuovi dettami del Concilio.
Tutte le linee conducono al grande altare, anzi allo stupendo
tabernacolo, che proprio nella predicazione di San Gaetano Thiene
doveva prestarsi alla esposizione e alla adorazione del Ss.mo.
Arte
Come sempre, entrando in una chiesa, è bene innalzare il proprio
sguardo al soffitto. Ed ecco, nei 16 spicchi della grande volta
a cupola, dipanarsi un meraviglioso affresco: il Paradiso. E’
un’opera del francese Guido Luigi Vernansal (1689-1749), ultimata
nel 1724.
Sopra la cinquecentesca porta d’entrata, "Gesù salva gli apostoli
dal naufragio" (ignoto pittore del sec.XVI).Sull’arco trionfale,
sopra l’altar maggiore, un magnifico affresco, recentemente scoperto
togliendo una pittura a tela, ora nella sagrestia. Si tratta di
una "Deposizione", forse opera di Alessandro Maganza (1556-1630).
Entrando in chiesa, diamo uno sguardo alle tre cappelle:
Cappella di destra: sopra l’arco: Natività (forse di un
pittore bassanese). Pala d’altare: Trasfigurazione (Pietro Damini
1592-1631).Quadro a sinistra: San Carlo Borromeo salva un fanciullo
(Pietro Damini); quadro a destra: San Carlo Borromeo dinanzi a
Clemente VII (Giovan Battista Bissoni,1576- 1634). E’ opportuno
ricordare che San Carlo fu ospite dei teatini, almeno nell’anno
1574.
Cappella del centro o presbiterio: accanto all’altare,
a sinistra e a destra, stanno due pitture che rappresentano il
martirio di San Simone e il martirio di San Giuda (Taddeo): opere
del pittore settecentesco Carlo Scapin, padovano. Dietro l’altare
o coro: Trasfigurazione di Gesù (autore ignoto del sec. XVI).
A sinistra: i santi apostoli Simone e Giuda, al martirio (Federico
Zuccari,1540-1609). Sul soffitto: San Gaetano in gloria (autore
ignoto,sec.XVII).
Sulle pareti: quattro ritratti di teatini, uno dei quali è con
iscrizione dedicatoria a Giampietro Carafa, fondatore con San
Gaetano Thiene dell’ordine dei Teatini o dei Chierici Regolari.
Cappella di sinistra: sull’arco: Annunciazione (Palma il
giovane, 1544-1628). Altra opera di Palma il giovane è la pala
dell’altare: Presentazione di Gesù al tempio. A sinistra di chi
guarda l’altare: Adorazione dei Magi (Alessandro Maganza, 1556-1630).
A destra: Disputa nel tempio (dello stesso autore). A destra di
quest’ultima cappella: la celebre Sagrestia. La pala dell’altare,
in legno, ad alto e basso rilievo, rappresenta L’Orazione di Gesù
nell’orto. (scuola di Bonazza). Alle pareti stanno tre quadri
di religiosi teatini, fra i quali è s.Andrea Avellino: opere del
sec. XVII. Altre tele, sempre del sec. XVII, rappresentano: Ecce
Homo (copia di Tiziano), Martirio di San Simone e Martirio di
San Giuda Taddeo (opere attribuite a Pietro Damini). S.Caterina
d’Alessandria è pittura forse di M.A.Bonaccorsi (1586-1653).
Cappella
del santo Sepolcro
La Cappella del Santo Sepolcro (questa e la sua prima intitolazione,
che preferisco mantenere al posto di cappella del Crocifisso)
è contemporanea alla costruzione cinquecentesca della chiesa;
ornata poi con colonne e marmi dal celebre p. teatino Raffaele
Savonarola, nel sec. XVII. Sulla porta, infatti, prima di scendere
dai gradini, si leggeva: CHRISTI JESV SEPVLCRVM (Sepolcro di Gesù).
Per comprenderne la storia è necessario riandare a quella devozione
verso il Santo Sepolcro, che dall’epoca delle Crociate fino a
tutto il secolo XVI è ricca di sentita devozione e di lunghi pellegrinaggi.
Un p. Bonifazio da ragusa nel 1555 aveva costruito una nuova piccola
"aedes" del Santo Sepolcro: testimonianza di quale venerazione
fosse oggetto questo luogo. Ad Aquileia era già sorto un piccolo
edificio, all’interno della celebre basilica, che riproduceva
in scala adeguata le care modulazioni del Santo Sepolcro.
Anche
la devozione di san Gaetano Thiene e dei teatini verso il Crocifisso
fa pensare che la Cappella del Santo Sepolcro dovesse far parte
della loro più profonda devozione, in quel Rinascimento che sembrava
dimenticare così facilmente la grande lezione del Cristo Crocifisso.
Per tutto questo, è soltanto alla fine della visita a tale Cappella
che si avverte l’intensità del messaggio teatino: cappella solo
più tardi ornata di pitture, che richiamano tutte al mistero della
Passione, Morte e Risurrezione del Signore. Alla fine ci porremo
anche noi in ginocchio, dinanzi alla toccante scena della Deposizione
di Cristo dalla Croce. Vedremo i due personaggi, ricordati dal
Vangelo: Nicodemo e Giuseppe di Arimatea (i due santi).
Potremo contemplare, accanto, gli Angeli con la Sacra Sindone.
In terra si potrà scorgere perfino la Pietra del sepolcro ( con
la citazione: Matteo, c.27). E sotto l’altare, la bella scultura
attribuita a Bartolomeo Bellano (1434-1497): il Cristo morto,
mentre dietro l’altare stesso stavano due iscrizioni. Una dice:
D.N.IESV CHRISTI DE CRVCE DEPOSIT (IO) = Questi è Gesù, deposto
dalla croce; l’altra riporta due versi della Vexilla Regis di
s. Venanzio Fortunato: VITA MORTEM PERTVLIT / MORTEM VITAM PROTULIT
= (Con la Croce) Colui che era la vita sostenne la morte, e per
mezzo della morte portò la vita. Dinanzi alla mensa dell’altare
stavano le altre parole : PROPTER SCELERA NOSTRA = A causa delle
nostre colpe ( Cristo subì tale martirio).
Questa
Cappella del Santo Sepolcro divenne il centro della pietà teatina
e della pietà popolare, che qui vedeva, in un quadro del Cristo
Risorto (opera forse di Palma il giovane) e nell’Addolorata (non
del Tiziano, ma di scuola bassanese) il fulcro della Fede e della
pietà cristiana.
Restauri
Nel 1970 si
è provveduto a risolvere alcuni problemi statici: soprattutto
si è proceduto al restauro della splendida facciata: La spesa
fu sostenuta dalla Soprintendenza ai Monumenti di Venezia.
Nel 1971: restauro di tutti i quadri della chiesa (compresi quelli
della Cappella del Crocifisso) ad opera dei fratelli Volpin, su
diretto intervento della Soprintendenza alle Gallerie e alle opere
d’arte di Venezia.
E’ stato sicuramente l’intervento più significativo per S. Gaetano,
perché l’operazione ha interessato oltre cento opere d’arte esistenti
nella Chiesa.
In diverse occasioni, poi, con la solidarietà di alcuni privati,
si procedette a salvaguardare la Chiesa, soprattutto il tetto,
anche con la posa di nuove grondaie.
Ma il dramma più grave si manifestò a partire dal 1975, quando
si verificarono alcune fessurazioni, sia nelle stanze occupate
dal Tribunale di Padova, sia nelle volte della Cappella del Santo
Sepolcro. Si dovette procedere alla puntellazione della Cappella,
sia all’interno che al suo esterno e , pertanto, al trasferimento
delle molte opere che l’adornano in tutte le sue pareti.
Opere
d'arte
Discesi
dai pochi gradini, che dalla chiesa conducono alla Cappella del
santo Sepolcro, dobbiamo compiere alcuni passi in avanti fino
a giungere alla Lunetta di destra. Qui inizia la lettura: precisando
che alcune di queste tele provengono forse dalla abbattuta chiesa
cittadina di S.Bartolomeo e sono attribuite a Pietro Ricchi (1606-1675).
Di altre tenteremo di dare un’attribuzione. Comunque sono tutte
opere non anteriori ai secc.XVII-XVIII.
1) Gesù cade sotto la Croce
2) Gesù e l’apostolo Pietro
3) Apparizione di Gesù Risorto alla Madre sua
4) Apparizione di Gesù a Maria Maddalena
Prima di questa pittura sta un quadro, con la Risurrezione, attribuita
a Palma il giovane.
* A questo punto si ritorna presso i gradini, per iniziare la
lettura da sinistra a destra: (iniziando dalla lunetta, sopra
l’ingresso):
5) Cristo discende al limbo e libera Adamo con altri personaggi.
6) Gesù è deposto dalla Croce (Francesco Zanella?)
7) Gesù e la samaritana (G.B.Cromer?)
8) L’apparizione di Gesù ad Emmaus
9) Gesù al lago di Genezareth
10) Arcangelo Gabriele
11) L’Eterno
12) La Vergine Maria
13) Gesù e la peccatrice
14) Gesù è deposto dalla croce (F. Zanella )
15) Risurrezione di Lazzaro (F,Zanella)
16) Entrata di Gesù a Gerusalemme (F. Zanella)
17) Gesù scaccia i mercanti dal tempio ( Si ritorna all’altare
di destra).
Altare di destra: lunetta : Agonia di Gesù (G.Luigi Vernansal,
1689-1749)
18) La Flagellazione di Gesù (G.Luigi Vernansal, 1689-1749)
19) Altare di centro: a) soffitto: L’Eterno e Angeli; b) Crocifisso
ligneo ( Agostino Vannini, sec.XVIII)
20) Altare della deposizione : lunetta Deposizione di Gesù dalla
Croce (F.Zanella)
b) Nicodemo; c) Giuseppe di Arimatea; d) Angeli con la Sindone;
e) sotto l’altare : Gesù deposto nel Santo Sepolcro ( Bartolomeo
Bellano); f) arco d’inizio: Gesù e il paralitico.
21) Dopo il n. 4: Risurrezione di Cristo (Palma il giovane).
Mons. Claudio Bellinati
Mons. Pietro Zaramella
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