L’oratorio
di S. Bovo, dapprima esistente (1503) tra via Del Seminario e
via Andrea Memmo e consacrato il 12 Maggio 1528, era chiamato
“ Capitolo del Torresino”. Tra il 1623 e il 1630 la fraglia dei
Bovai vi introdusse il culto di S. Bovo: Nel 1908 l’edificio fu
“trasportato” nella sede attuale (via Del Torresino, 4), ancora
su due piani (oratorio e la sala del capitolo). Andarono disperse
una Pala del Bissoni, un polittico di Sebastiano Florigerio ed
altre opere.
L’edificio – attualmente sede dell’Orchestra da Camera di Padova
e del Veneto – consta di una sala terrena, l’ex-oratorio, e di
una sala superiore già Capitolo della Confraternita. Questa ha
un soffitto ligneo a cassettoni; e sulle pareti una serie di riquadri
a fresco di vari autori cinquecenteschi (Sebastiano Florigerio,
Domenico Campagnola, Stefano Dall’Arzere, o Lamberto Sustris?),
costituenti un ciclo rappresentante storie della vita e della
Passione di Cristo (ciclo analogo a quello della vicina Scuola
del Redentore a S. Croce), di recente restaurati dalla ND. Enrichetta
Capodilista. Molte tele della sala terrena si trovano collocate
all’interno della splendida chiesa del Torresino, situata quasi
di fronte all’oratorio.
Ne citiamo alcune: La “visitazione” opera di anonimo della prima
metà del Sec. XVIII ; l’ottocentesca tela raffigurante “S. Bovo
cavaliere ed un villano con due bovi inginocchiato davanti a lui”;
“Madonna in Gloria e Santi” opera settecentesca ; “Cristo Passo”
di ignoto pittore veneto del sec. XVII; l’ottocentesca tela raffigurante
“S. Antonio di Padova”, a mezza figura, tela di scuola veneta
del ‘600 (?); pala su tela rappresentante la “Natività di Gesù”,
opera assai notevole di Ludovico Guido Vernansal, pittore parigino
(1720), firmata e datata “G. Lud. Vernansal / Parisiensis A.D.
MDCCXX”; “La Madonna appare a S. Bovo (?)” dello stesso autore
della citata tela col miracolo di S. Bovo; “Ritratto di sacerdote”,
del primo ‘800; “Madonna e Bimbo”, tela del ‘700; “La Sacra Famiglia”
del Sec. XVIII; “La Natività della Vergine” pala dipinta dal Vernansal,
firmata e datata “Guido Ludovico De Vernansal Parigino Invenit
et pinxit / nonas giulii MDCCXXIII”: gli effetti luministici fanno
ricordare Paolo Pagani, seguace del Piazzetta. “L’adorazione dei
pastori” di Giulio Cirello (pittore padovano dei Secc. XVII –
XVIII), tela ampliata da L. G. Vernansal; la tela “Padova invoca
la liberazione dalla pestilenza”, attribuito a Francesco Zanella
( Padova, Not. 1671 – 1712) o Francesco Onorati ( pittore padovano
del sec. XVIII ). Esistevano nell’oratorio di S. Bovo, due sculture
lignee dipinte: “S. Cristoforo col Bimbo”, opera di di scultore
della II metà del sec. XV e “S. Francesco di Paola” di autore
del sec. XVIII
Nella fase finale di declino dell’opera di Domenico Campagnola
vanno inseriti gli affreschi dell’Oratorio di San Bovo e quello
monocromo dello zodiaco in Salone. Gli affreschi sono appena
usciti da un completo restauro. L’Oratorio, costruito dalla Fraglia
dei Bovai nel secolo XVI, subì radicali trasformazioni specialmente
nel secolo XIX. Nel 1907, in conseguenza dell’ampliamento del
Seminario, a cui era adiacente, esso venne trasferito dalla parte
opposta della via quasi di fronte alla chiesa del Torresino. Gli
affreschi, che decoravano le pareti del Capitolo superiore, vennero
staccati dalle pareti originarie e trasferiti in quelle nuove.
Essi illustrano i fatti della Passione di Cristo. Circa gli autori
di questo ciclo, le vecchie guide parlano di Sebastiano Florigerio
per il riquadro con la deposizione dalla croce. Per gli
altri fanno il nome di Tiziano, Domenico Campagnola e Stefano
dall’Arzere. Così si esprime il Brandolese: “Il comparto a destra
col Salvatore che viene posto nel sepolcro è opera egregia, e
da alcuni tenuta di Tiziano. Il rimanente delle pitture è di Domenico
Campagnola, tranne i tre ultimi comparti al lato sinistro che
furono coloriti da Stefano Dall’Arzere. Quasi tutte quelle a destra
sono state guastate da mani imperite che ardirono risarcirle.”
Già allora questi affreschi erano, dunque, assai guasti.
|